mercoledì 26 febbraio 2014

Ripresa compravendite nel primo semestre 2014






Il mercato delle case torna a dare segnali di vita? Le previsioni sul numero di compravendite nel I trimestre 2014 dicono di sì, con un +2% di scambi rispetto allo scorso anno.

Analizzando la situazione nei Comuni capoluogo, la crescita sarà anche maggiore: +4% rispetto al primo trimestre del 2013.

La stima arriva dal centro studi del gruppo Toscano, che ha già raccolto indicazioni positive sui primi due mesi dell'anno.

Il 2013 si è concluso ancora in diminuzione con 411mila transazioni a livello nazionale.

Tale diminuzione, che nel I semestre 2013 era arrivata a -11,6%, è stata contenuta da un secondo semestre in parziale recupero sul primo, con un -7,3% complessivo.

Il tempi medi di vendita – a fare il punto è sempre Toscano - sono progressivamente aumentati: da una media di 120 giorni del 2006 ai 166 del 2013.

Nei capoluoghi di provincia bastano 160 giorni per vendere un immobile, mentre nel resto della provincia 174 giorni. Il dato migliora nelle grandi città: bastano 156 giorni per concludere la transazione immobiliare.

I tempi più bassi si registrano a Verona e Napoli (rispettivamente con 120 e 131 giorni). I peggiori a Bologna e Catania (192 e 183 giorni).

I prezzi anche nel 2013 sono calati, ma meno rispetto al 2012. Nel 2012 la diminuzione delle quotazioni era stata nei comuni capoluogo del -8.4% rispetto al 2011 e nelle grandi città addirittura del -10%.

Il calo complessivo del 2013 dei comuni capoluogo è del -4,8% e nelle grandi città del -4,1%.

Il taglio maggiormente venduto nel 2013 è il trilocale, a differenza del 2012, quando il taglio preferito rimaneva il quadrilocale.



Fonte: Monitorimmobiliare

giovedì 20 febbraio 2014

Neo associazione no profit "Salviamo gli italiani"

ASSOCIAZIONE "SALVIAMO GLI ITALIANI"


Il giorno 12 Febbraio è nata l'associazione no profit "Salviamo gli italiani", avente come missione principale porre un freno alla catena di suicidi in Italia, schierandosi attivamente a difesa del cittadino da tutte le vessazioni perpetrate dagli istituti di credito e dalle istituzioni.
Inutile fare la cernita di quelli che si tolgono la vita....siamo quasi a 90 dall'inizio dell'anno!
L'associazione si pone come un argine al quale appigliarsi per non perdere la speranza. E non è solo un argine psicologico, ma reale, fatto di donne e uomini che si mettono in gioco per proteggere nel vero senso del termine gli italiani in difficoltà, affinchè nessuno debba piü morire perchè non ha i soldi per pagare le tasse.
Di conseguenza tramite avvocati, commercialisti ed esperti tributari l'Associazione si pone due obbiettivi principali:
- Offrire direttamente assistenza gratuita, fatte salve le spese vive, in ambito legale-tributario e comunque inerente le incombenze che possono essere legate a Stato, anche banche e tutti quegli enti che rappresentano oggetto di vessazione nei confronti dei cittadini.
- Promuovere degli esposti che operino in ambito pubblico, ed altre iniziative quali ad esempio la disobbedienza fiscale tipagoamaggio, dove non ci si rivolge alla singola famiglia o al singolo cittadino, ma alla collettività, per far capire allo Stato che non ce la facciamo piü.
I 7 membri fondatori dell'Associazione "Salviamo gli italiani" sono: Magdi Cristiano Allam, europarlamentare Presidente; Tommaso Monfeli, avvocato Vice-Presidente; Antonello Cattelan, commercialista Tesoriere; Rossella Fidanza, imprenditrice Segretario; Marco Mori, avvocato; Paola Lanza, avvocato; Marco Leone, imprenditore. 

martedì 18 febbraio 2014

LE COLLINE DELLE LANGHE E DEL MONFERRATO CANDIDATE A DIVENTARE PATRIMONIO UNESCO


LE COLLINE DELLE LANGHE E DEL MONFERRATO CANDIDATE A DIVENTARE PATRIMONIO UNESCO

Giornata piemontese per il ministro alle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, che  ha fatto tappa ad Alba per fare il punto sulla candidatura Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Ad accogliere il Ministro, presso l’Ente del Turismo Langhe e Roero, l’assessore regionale al Turismo Alberto Cirio, insieme all’assessore regionale agli Enti Locali Riccardo Molinari, il presidente dell’Associazione per la candidatura Unesco, Roberto Cerrato, i rappresentanti delle Province di Cuneo, Asti e Alessandria, del Comune di Alba e delle altre istituzioni locali, nonché del comparto enologico e turistico e di SiTI, l’Ist. superiore sui sistemi territoriali per l’innovazione del Politecnico di Torino, che ha curato il dossier di candidatura.
“Ringraziamo il Governo italiano per l’attenzione che da sempre dedica alla nostra candidatura, presentata come unica a livello nazionale per il 2014 – ha sottolineato l’assessore Cirio – Abbiamo la possibilità di diventare il 50° sito Unesco del nostro Paese e di entrare a far parte del registro dei luoghi e delle opere più straordinarie al mondo, accanto alle Piramidi e alla Muraglia cinese. Un’occasione enorme se pensiamo che, nei dieci anni successivi al conseguimento del titolo, i siti Unesco registrano una crescita del turismo locale da tre a sei volte. Siamo, ormai, in dirittura d’arrivo ed è importante fare sistema tutti insieme per raggiungere l’obiettivo”.
“Ho chiesto questo incontro, oggi ad Alba, perché impegni istituzionali non mi hanno consentito di accogliere un invito del territorio nelle scorse settimane – ha voluto sottolineare il ministro De Girolamo – Quello della candidatura Unesco delle colline del Piemonte è un tema che mi sta molto a cuore e ne parlerò, al mio ritorno a Roma, al ministro del Turismo Bray per fare squadra in modo bipartisan, perché iniziative come questa non hanno colori, se non quelli della bandiera italiana”.
Sei le aree cuore della candidatura piemontese: la Langa del Barolo, le Colline del Barbaresco, il Castello di Grinzane, Canelli e l’Asti Spumante, Nizza Monferrato e la Barbera, il Monferrato degli infernot, oltre a una buffer zone, cioè una zona “tampone”, che sommata alle altre coinvolge circa 150 comuni.
“Dentro il nostro dossier di candidatura c’è tutta la storia, ma anche il futuro di queste colline – ha sottolineato Roberto Cerrato, presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato – Un progetto di grande importanza che rappresenta un’occasione unica di sviluppo economico e turistico, in cui fondamentale sarà, soprattutto, il modo di gestire e preservare il sito una volta ottenuto, come tutti ci auguriamo, il titolo Unesco”.
Nel mondo ci sono già sette paesaggi vitivinicoli riconosciuti Patrimonio Unesco (Pico Island e Alto Douro in Portogallo, Tokaj in Ungheria, Saint Èmilion in Francia, Wachau in Austria, Lavaux in Svizzera e Dubrovnik in Croazia), l’ottavo ci si augura possano diventarlo, il prossimo anno, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Se così sarà, il Piemonte intende diventarne il punto di riferimento, con un Forum annuale durante il quale tutti i luoghi del vino Patrimonio dell’Umanità si possano incontrare, per confrontarsi e parlare di strategie future.
Un’idea particolarmente piaciuta al ministro De Girolamo che l’ha accolta e rilanciata, proponendo di inaugurare il Forum in occasione dell’Expo 2015, all’interno del Padiglione del Vino.
“Questa terra è una delle espressioni più importanti della cultura vitivinicola e desidero sia una protagonista anche dentro il Padiglione del Vino dell’Expo 2015 – ha commentato il Ministro – Organizzare il primo appuntamento del Forum proprio all’interno di quel Padiglione sarebbe una grande occasione per far incontrare e dialogare le culture del vino del mondo, sempre nel segno del rispetto della biodiversità.”
L’idea di una candidatura a Patrimonio dell’Umanità delle colline piemontesi è nata nel 2003, partendo dalle celebri Cattedrali sotterranee di Canelli, dove è nato nell’Ottocento il primo spumante italiano: da allora il progetto si è allargato abbracciando i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Nel 2011 il dossier di candidatura è stato ufficialmente presentato a Parigi.
Nel 2012 l’Unesco ha chiesto di rivederne alcuni aspetti e ha rimandato la decisione finale al 2014: il responso è atteso a giugno in Qatar, dove il World Heritage Committee si riunirà per la seduta annuale in cui si decidono i nuovi siti da iscrivere nel registro Unesco (generalmente circa una trentina, nei vari ambiti naturalistico, culturale e ambientale). Nell’autunno di quest’anno, invece, è attesa l’ultima ispezione sulle colline di Langhe-Roero e Monferrato.
Si tratterebbe del 50° sito Unesco in Italia, il 3° in Piemonte accanto alle Residenze Reali (iscritte nel 1997) e ai Sacri Monti (dal 2003).
Fonte: Alessandria.it

Quattro italiani su dieci non hanno mai usato internet e pc.



Quattro italiani su dieci
non hanno mai usato internet e pc

Peggio di noi in Europa solo Grecia, Bulgaria e Romania.
E intanto aumenta il tempo passato davanti alla tv

Su 100 italiani, 37 sono completamente tagliati fuori dalle tecnologie digitali: non hanno mai navigato su internet né acceso un computer. La media Ue è del 20 per cento, ma tra i Paesi virtuosi la Svezia si aggiudica il primo posto con il 3 per cento appena di persone escluse dalla tecnologia.  
Tra i Paesi europei, dopo l’Italia ci sono solo Grecia e Bulgaria (entrambe con il 41 per cento) e Romania (43 per cento). Lo scenario, basato su rilevazioni Eurostat del 2012, emerge dalla decima edizione speciale dell’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2014 di Observa Science in Society, curato da Massimiano Bucchi dell’Università di Trento e Barbara Saracino dell’Università di Firenze (ed. Il Mulino). Dal rapporto, presentato oggi a Torino, si ricava anche che gli italiani sono fra i più accaniti appassionati di tv: con il passaggio da 3,8 a 4,2 ore di consumo televisivo giornaliero, si aggiudicano il quinto posto fra i Paesi Ocse. 

La curatrice del volume, Barbara Saracino, osserva che questi dati «fanno emergere un’Italia che solo in una fascia specifica della popolazione, cioè i giovani under 40, accede alle nuove tecnologie, mentre registra un gap tecnologico ancora forte nelle fasce di età fra i 45-60 anni». Un gap che «vede le donne maggiormente `tecnoescluse´ degli uomini». Le donne, è l’analisi di Saracino, «usano meno le nuove tecnologie sia per la differente condizione occupazionale, cioè hanno un accesso inferiore al mondo del lavoro dove tipicamente si usano internet e pc, sia per il tipo di attività svolta, spesso lontana dalle tecnologie digitali».  

Sempre secondo il rapporto, sul fronte della produzione scientifica l’Italia difende l’ottavo posto nel mondo per articoli pubblicati e il quarto in Ue per l’assegnazione di fondi europei, ma deve fare i conti con il fatto che i suoi ricercatori sono pochi (4,3 ogni mille occupati, contro la media europea di 7) e tra i più anziani (è ultima in Europa con il 12,1 per cento di ricercatori con meno di 40 anni, contro il 49 per cento della Germania, il 40 per cento della Polonia e il 35 per cento del Portogallo).  

Fonte: La Stampa

lunedì 3 febbraio 2014

LE BANCHE IN EUROZONA TORNANO A DARE MUTUI

LE BANCHE IN EUROZONA TORNANO A DARE MUTUI


Gli istituti di credito europei stanno iniziando ad allentate i cordoni della borsa per riprendere a finanziare chi vuole comprare casa.

Il barometro del credito bancario, raccolto nell'indagine a cadenza trimestrale Bank Lending Survey targata Bce, segnala infatti che si sta restringendo il gruppo di istituti che riferiscono inasprimenti nella concessione di mutui.

In pratica ora sono più gli sportelli che hanno introdotto ammorbidimenti dei parametri per l'erogazione di prestiti.

Nell'ultimo trimestre del 2013 la quota delle banche da cui è difficile farsi finanziare è anzi diventata negativa, meno 1%, dal +3% del trimestre precedente.

Per il credito al consumo, la quota netta di banche che ha riportato inasprimenti è rimasta invariata al 2%.

Miglioramenti anche sul fronte del credito alle imprese, dove lo stesso parametro banche/criteri stingenti di prestito liquidità è sceso al 2%, dal 5% dei tre mesi precedenti.

I dati, che arrivano da un sondaggio condotto dalla Bce tra il 13 dicembre dello scorso anno e il 9 gennaio di quest'anno presso 133 istituti, gettano anche una luce positiva sui prossimi mesi.

Le banche interpellate prevedono infatti che l'inasprimento scenda ancora nel primo trimestre di quest'anno, lasciando spazio ad una leggera ripresa della domanda di credito nel primo trimestre di quest'anno.

Il trend generale europeo sembra, fra l'altro, trovare echi anche nel nostro mercato del credito, dove iniziano a vedersi i primi segnali di sgelo.

Troppo presto però per stappare lo spumante, perché sempre la Bce, nel rapporto mensile del credito effettivamente erogato, ha diffuso i dati allarmistici, mostrando che nel finale del 2013 le flessioni che vanno avanti da mesi sono proseguite.

Resta poi l'incognita sulla sorte della riforma, appena varata dall'Unione europea,  con le nuove norme per chi chiede un mutuo per la casa, dove i Paesi membri hanno tempo fino al 2015 per recepire la direttiva.

Fonte: Monitorimmobiliare